Vivere una vita impegnata significa ogni giorno lottare per la libertà, la giustizia e la pace. Ricordando che nessuno può disertare il dovere incessante di ricerca dell'eguaglianza e della fraternità.
Ma prima di ogni cosa è l'educazione che dobbiamo porre come bene primario, proprio come bere acqua o mangiare pane. Educare all'essere cittadini.
E tutto questo passa da sempre attaverso i libri.
"I care" mi interessa. Don Lorenzo Milani lo ha scritto e insegnato. Lo ha "segnato", soprattutto, il percorso che ognuno di noi deve compiere. Un sentiero di impegno civile verso una umanità, che può essere cristiana, ma anche relata ad altri ambiti purchè improntati alla bontà.
La memoria è un oggetto difficile da curare, perchè destinato a sfarinarsi nel tempo e scontrarsi contro le facili dimenticanze umane. Per questo è dovere di ogni cittadino non dimenticare mai gli orrori del Novecento. Le vittime dei totalitarismi, ma anche i "quasi" impercettibili passi che le nazioni compiono per finire con il trovarsi dentro all'orrore.
Oggi la società ha gli strumenti per "fare memoria" e ricordare quei passi.
Per questo nelle scuole di Barga ho incontrato uomini come Piero Terracina (nella foto), superstite di Auschwitz, o Gilberto Salmoni (Buchenwald), o Mirella Stanzione (Ravensbruck), perchè bisogna saper raccontare l'indicibile per evitare che possa nuovamente germogliare il male.
Il mio impegno è anche in seno all'Associazione Toscana Volontari della Libertà che ha raccolto l'eredità di centinaia di uomini e donne che hanno vissuto il Secondo conflitto mondiale nei campi di concentramento, tra i patimenti della guerra, sulle montagne. Perseguitati, vittime di prevaricazioni, torture, quegli uomini di impronta cristiana si riunirono nell’Associazione Volontari della Libertà Lucca che è affiliata alla Federazione Italiana Volontari della Libertà, una federazione di partigiani di area cattolica, nata nel 1948, dalla scissione dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI).
La genesi dell’importante sodalizio ebbero origine nel marzo del 1947, quando autorevoli esponenti della Resistenza italiana, riuniti a Milano, su iniziativa di Enrico Mattei, decisero di dar vita all'«Associazione partigiani cristiani» (APC), un'associazione tra partigiani di ispirazione cristiana, autonoma all'interno dell'ANPI.
L'ANPI celebrò il primo congresso nazionale a Roma dal 6 al 9 dicembre 1947, durante il quale emersero contrasti fra le varie organizzazioni che avevano partecipato alla Resistenza, soprattutto di ordine politico (le sinistre, gli azionisti e i cattolici avevano tre visioni diverse e incompatibili). Essendo i contrasti divenuti insanabili, gli azionisti e i cattolici uscirono dall'ANPI. L'anno seguente (1948) l'APC e altre 22 associazioni partigiane (cattoliche e autonome) crearono la Federazione italiana volontari della libertà (FIVL).
A Lucca si costituì immediatamente l’Associazione Toscana Volontari della Libertà che riunì i patrioti che avevano combattuto nel capoluogo, in lucchesia e in Garfagnana. Raccogliendo la memoria di uomini e donne libere come Carlo Del Bianco, Leandro Puccetti, Manrico Ducceschi, Don Aldo Mei, ma anche dei tanti che soffrirono l’internamento, la persecuzione e vissero le tragedie della guerra. Lucca diventò immediatamente il punto di riferimento presso la storica sede di via S. Andrea 43 (che ospita da 28 anni il Museo della Liberazione), per coloro che si battevano per difendere i valori di libertà e democrazia, combattendo tutti i totalitarismi.